Un nuovo studio dell'Unione sindacale svizzera (USS) sulle finanze cantonali mostra che i Cantoni sottostimano sistematicamente le loro entrate. Per il 2024, avevano previsto complessivamente un deficit di 1,3 miliardi di franchi, ma hanno invece realizzato un surplus di 1,1 miliardi. Si tratta di una differenza di 2,4 miliardi. Questo modello ricorrente di deficit di bilancio si ripete da anni e porta a una rappresentazione della situazione finanziaria dei Cantoni peggiore di quanto non sia in realtà. Non si tratta di una coincidenza, bensì di una scelta politica. Come la Confederazione, anche i Cantoni si dichiarano poveri per giustificare programmi di tagli e riduzioni delle prestazioni.
Politica di austerità con deficit artificiali
L'analisi delle finanze cantonali mostra che 18 dei 26 Cantoni hanno nuovamente previsto un deficit per l’esercizio finanziario 2026, per un totale di 858 milioni di franchi. Questa previsione pessimistica ripete lo schema degli anni precedenti, nonostante i Cantoni continuino a chiudere i conti con risultati nettamente migliori. L'errore medio di previsione è recentemente sceso leggermente al 5,28 per cento, ma rimane comunque elevato. I Cantoni sottostimano in media le loro entrate di diversi punti percentuali.
L'USS vede in questo una chiara strategia politica: la Confederazione e i Cantoni decidono di presentare consapevolmente le loro finanze in modo peggiore per giustificare misure di riduzione. La Confederazione lo sta attualmente facendo con il suo cosiddetto programma di stabilizzazione, il quale prevede tagli massicci al servizio pubblico e ai dipendenti federali. Lo stesso principio è stato applicato per decenni anche all'AVS, sempre con previsioni troppo pessimistiche per creare pressione al ribasso.
Le finanze pubbliche sono sane
Allo stesso tempo, i bilanci pubblici rimangono solidi. Il rapporto tra patrimonio netto e Prodotto interno lordo dei Cantoni rimane stabile intorno al 6%. Ciononostante, molti Cantoni prevedono nuovi tagli fiscali per le imprese e i redditi elevati. Secondo l'analisi dell'USS, nel 2026 il carico fiscale effettivo diminuirà nuovamente: per le imprese dal 13,25 al 13,15 per cento e per i redditi elevati dal 28,57 al 28,33 per cento. Le entrate fiscali registrano un leggero calo, attestandosi al 7,58% del PIL. Lucerna, Zugo, Svitto, Nidvaldo e Argovia sono particolarmente attivi nei tagli fiscali previsti. In questo modo la politica indebolisce sistematicamente le entrate fiscali e promuove il taglio dei servizi pubblici, mentre i più ricchi ne traggono nuovamente vantaggio
L’USS esige dei bilanci onesti e la fine della politica di austerità
L'USS chiede che vengano stabilite delle conseguenze chiare per questi ripetuti errori di bilancio. I Cantoni devono prevedere entrate realistiche e veritiere nei loro bilanci, invece di creare deficit artificiali. I fondi pubblici devono andare a beneficio delle lavoratrici e dei lavoratori e dell'intera popolazione, non solo dei più ricchi. Anziché concedere ulteriori agevolazioni fiscali alle grandi aziende, occorrono misure volte a rafforzare il potere d'acquisto, come ad esempio uno sgravio dei premi dell'assicurazione malattia, stanziamenti più elevati per l'assistenza all'infanzia e migliori prestazioni per le famiglie. La politica di smantellamento deve essere fermata. Le eccedenze appartengono alla popolazione attiva, non ai più ricchi.
Inoltre, la prima parte del controprogetto all'iniziativa sui premi entrerà in vigore il prossimo anno. La Confederazione e i Cantoni hanno promesso di destinare maggiori risorse alla riduzione dei premi. Tuttavia, è già evidente che molti Cantoni non rispettano ancora le prescrizioni e, contrariamente a quanto annunciato durante la campagna referendaria, non intendono fissare obiettivi ambiziosi. Riducendo sistematicamente le entrate fiscali, stanno invece ponendo le basi per un futuro in cui non avranno più i mezzi per alleggerire il carico fiscale né sui lavoratori né sulla classe media.
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